Imprenditore brindisino in carcere già da alcuni giorni con accuse pesantissime. Si tratta del 40enne Antonio Giannelli, sino a poco tempo fa presidente del Brindisi Calcio e ancora oggi socio di minoranza, arrestato per bancarotta fraudolenta, emissione di fatture false ed evasione delle imposte.

Le indagini si sono concentrate su una società che opera nel territorio brindisino nel settore della meccanica, la “Maw” (della cui documentazione contabile, peraltro, non s’è trovata traccia), per conto della quale il predetto imprenditore avrebbe – secondo quanto accertato dagli investigatori – omesso di dichiarare al fisco ricavi per quasi mezzo milione di euro. In più, lo stesso Giannelli avrebbe omesso di versare l’Iva per un importo di circa 750mila euro. Non solo. L’inchiesta ha portato alla luce anche una serie di fatture false per quasi tre milioni di euro, il tutto al fine di permettere ad altre società di evadere l’imposta sui redditi e quella sul valore aggiunto. Tramite l’Inps, per giunta, si è scoperto anche un “buco” nel versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.

Per questi motivi, Giannelli è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice per le indagini preliminari, Vittorio Testi, su istanza del pubblico ministero titolare dell’indagine, Giampiero Nascimbeni. Lo stesso giudice che ha disposto il trasferimento in carcere, ha motivato la decisione facendo riferimento al pericolo di reiterazione del reato, in quanto Giannelli risulta amministrare di tre società.

Come detto, Giannelli è stato il presidente del Brindisi sino allo scorso anno, ma la società ha preso subito le distanze, affermando in una nota ufficiale «la propria totale estraneità alla vicenda, diffidando chiunque dal citare e/o associare allo stesso, in maniera non opportuna, il nome del Brindisi Football Club».