Nell’ambito delle attività di vigilanza e controllo svolte presso gli spazi doganali dello scalo brindisino, i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, unitamente ai finanzieri del Gruppo Brindisi ed agli Ispettori ICQRF Puglia e Basilicata, hanno portato a termine due distinte operazioni di sequestro.

La vicenda trae origine dalle attività svolte durante gli ordinari servizi di controllo presso il porto di Brindisi nei confronti dei veicoli e dei passeggeri provenienti dalla Grecia, durante le quali militari, funzionari ed ispettori coinvolti nelle operazioni sottoponevano a controllo due camion provenienti dalla Bulgaria.

In entrambi i casi, oggetto del trasporto era un prodotto, semi-lavorato del pomodoro, c.d. “passata di pomodoro”, destinata a due imprese italiane note per la commercializzazione di prodotti ottenuti da materia prima di origine italiana. Una frode che, se posta in atto, oltre ad ingannare la fiducia degli ignari consumatori, avrebbe fruttato centinaia di migliaia di euro di profitti illeciti, costituendo potenzialmente un danno per la salute pubblica, non potendosi escludere la presenza, all’interno del prodotto, di contaminanti vietati dalla normativa unionale.

Sebbene la documentazione commerciale e di trasporto a corredo riportasse l’origine bulgara, a seguito dell’ispezione fisica dei carichi, funzionari, finanzieri e ispettori rinvenivano delle etichette apposte sulle confezioni, recanti “Country of origin – Italy”.

Alla luce di tanto, funzionari di questo Distaccamento, militari della Guardia di Finanza ed ispettori ICQRF sottoponevano a sequestro oltre 42 tonnellate di passata di pomodoro, segnalando i rappresentanti legali delle società destinatarie alla locale Procura della Repubblica per il reato di falsa indicazione di origine, di cui all’art. 517 c.p. in relazione a quanto disposto dall’art. 4 comma 49 della legge n. 350 del 24/12/2003.

I controlli doganali su prodotti e merci non originari dall’Italia, posti in essere in costante sinergia istituzionale tra Agenzia Dogane e Monopoli e Guardia di Finanza in applicazione del Protocollo d’Intesa, recentemente rinnovato, e l’ICQRF testimoniano l’impegno nella tutela del consumatore finale e la salvaguardia del mercato nazionale da forme di concorrenza sleale perpetrate attraverso la falsa indicazione del Made In Italy, da sempre considerato standard di qualità del nostro Paese.