Trasferte a due passi da casa, così come in provincia di Ancona, per mettere a segno furti ai danni delle postazioni bancomat con la tecnica dell’esplosione oppure nelle stazioni di servzio: cinque brindisini sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri, dopo che il Tribunale di Ancona ha disposto la trasmissione degli atti dell’inchiesta chiamata Cashpoint per incompetenza territoriale, nei confronti di: Giovanni Moro, 45 anni, di Brindisi, considerato il promotore dell’associazione per delinquere assieme a Cosimo Iurlaro, 41, già condannato per fatti identici avvenuti in provincia di Macerata, alla pena di sei anni; Vincenzo Schiena, 38, condannato nello stesso filone a quattro anni; Omar Bianco,27, condannato a sei anni; e Marco Santoro, 25, condannato a quattro anni. Sono tutti ai domiciliari.

I cinque erano finiti sotto processo ad Ancona ed erano stati ammessi al rito abbreviato, dopo le condanne nel troncone relativo a Macerata: l’udienza per la sentenza era stata fissata al 30 settembre scorso, ma in quella sede il gup ha sollevato un’eccezione sulla competenza territoriale, tenuto conto del fatto che tra i 44 fatti-reato contestati ci sono colpi tentati o consumati anche nel Brindisino, come quello in una stazione di servizio. Da qui il passaggio del faldone a Brindisi. E la richiesta delle misure cautelari.

Tutti sono accusati di aver costituito “un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di delitti contro il patrimonio ed, in particolare, di delitti di furto in danno di svariati istituti di credito, uffici postali ed esercizi commerciali (tra cui gioiellerie ed impianti di distribuzione di carburanti), commessi sin dal mese di gennaio 2016 nelle province di Ancona, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno, Bari, Brindisi, Taranto e Lecce, nell’ambito della quale gli indagati ricoprivano, a vario titolo, compiti organizzativi, logistici e operativi”.

Del gruppo avrebbero fatto parte altre persone con il ruolo di “partecipi”, la cui posizione è stata ritenuta di “minore rilevanza, motivo per il quale non è stata applicata alcuna misura cautelare: Cn nato e residente a Brindisi, 48 anni, agricoltore; Pa nato a Gallipoli, 60, residente a Matino, provincia di Lecce, titolare di autodemolizione; Das, nato a Fucecchio in provincia di Firenze, 45, residente a Porto Sant’Elpidio, pasticcere, incensurato, riconosciuto basista e procacciatore di appartamenti locali utilizzati come “covo” dalla banda; Dtc nato a Bari, 47, residente a Modugno, titolare di autodemolizione e ricettatore di auto rubate; Am, nato e residente ad Ostuni, 29, commerciante; Ced, nato a Mesagne, 44, residente a Osimo, operaio, incensurato, basista.

Nell’inchiesta dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Osimo sono stati ricostruiti venti furti, tra azioni consumate e tentate, per danni quantificati in almeno 700mila euro. Fonti di prova sono le immagini del sistema di videosorveglianza e le intercettazioni telefoniche e ambientali.