Si sono concluse nella tarda mattinata di domenica 6 agosto le operazioni di sbarco, avvenute nel porto di Brindisi, delle 194 persone soccorse in mare dalla nave umanitaria Open Arms. I migranti sono stati accolti a terra dal dispositivo di soccorso, accoglienza e identificazione composto da forze dell’ordine, Protezione civile regionale e territoriale, 118, Croce rossa e associazioni di volontariato. A bordo donne incinte e 50 minori non accompagnati A bordo della Open Arms c’erano 110 uomini, 25 donne, di cui alcune incinte e 59 minori, 50 dei quali non accompagnati. In particolare, nove sono risultati i minori sotto i 14 anni. I migranti provengono da Costa d’Avorio, Eritrea, Egitto, Etiopia, Camerun, Senegal e Mali. Per loro, al termine di tutte le procedure, è previsto il trasferimento in diversi centri di accoglienza tra Puglia, Basilicata e Campania.
«È una macchina già collaudata che però ogni volta necessita di un nuovo coordinamento in relazione alle variabili dello sbarco», ha affermato la prefetta di Brindisi, Michela La Iacona, presente al porto. «Ennesimo sbarco nel rispetto delle norme e dell’umanità. Tutte le componenti del sistema di accoglienza sono qui e le ringrazio di cuore, perché esprimono una sentita e intensa partecipazione, ciascuno per quanto riguarda il proprio segmento di competenza», ha aggiunto la prefetta, precisando che l’ospedale è stato allertato in caso di necessità di cure. Non si sono comunque registrate situazioni di emergenza. A seguire le attività di sbarco nella mattinata del 6 agosto anche il presidente del comitato regionale della Protezione civile per la Puglia, Maurizio Bruno, che ha evidenziato come «per Brindisi questo è l’ennesimo sbarco, nell’ambito dei recenti flussi migratori, a essere organizzato e tenuto nel massimo rispetto delle norme e dell’umanità».