Diventa mamma a 65 anni, ma l’Inps non le riconosce il “bonus bebè” perchè troppo vecchia. Protagonista una signora di Mesagne che, all’esito del rigetto della domanda relativa all’assegno di natalità, ha deciso di rivolgersi all’associazione “Giustitalia” e, di conseguenza, di adire le vie legali.

La donna, nel novembre 2015 – grazie alle moderne tecniche di fecondazione eterologa – ha dato alla luce a Roma una bambina nata in buone condizioni di salute (sia pur di peso appena superiore ai due chili). Nel periodo successivo, ha inviato all’Inps (grazie al codice Pin in suo possesso in quanto pensionata) una domanda telematica per beneficiare appunto del cosiddetto “bonus bebè” per i primi tre anni di vita della figlia, essendo peraltro in possesso dei requisiti di reddito pensionistico prescritti dalla normativa in materia.

Presentata la domanda, la signora Sara ha atteso invano un riscontro da parte dell’istituto previdenziale, poi – in assenza di risposte – ha deciso di contattare direttamente il call center dell’Inps, chiedendo a che punto fosse la pratica in precedenza attivata. Dall’altra parte della cornetta, l’interlocutore l’ha gelata, informandola che la domanda per l’assegno di natalità non può essere accolta in quanto la donna risulta già titolare di un’altra forma previdenziale – la pensione di anzianità – e che le due prestazioni non sono cumulabili.

Appreso del rigetto, si è subito rivolta ad un’associazione che tutela, anche legalmente, i cittadini e ora spera che i giudici capovolgano la situazione, riconoscendo il suo diritto e imponendo all’istituto previdenziale la liquidazione della somma richiesta.

Nel frattempo, la signora Sara continua a prendersi amorevolmente cura della sua bambina e in ciò, di certo, non pesa affatto la sua condizione di neo-mamma tra le più longeve d’Italia.