Questa mattina, in Carovigno (BR), il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Brindisi ha dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Lecce, su richiesta di quella Direzione Distrettuale Antimafia, che ha condotto le indagini, ponendo agli arresti domiciliari Andrea SAPONARO, 48enne del luogo, responsabile del reato previsto dall’art. 87 del D.P.R. nr. 570 del 16 maggio 1960 (violenza o minaccia per costringere un elettore a votare in favore di un candidato).

L’indagine, partita a dicembre 2017 a seguito dell’incendio di un’autovettura parcheggiata lungo la pubblica via, di proprietà della moglie dell’allora Sindaco di Carovigno, Carmine Pasquale BRANDI, ha consentito di raccogliere gravi indizi a carico del SAPONARO, in ordine al reato sopra indicato, il quale, in occasione delle elezioni amministrative del 10 giugno 2018, avrebbe favorito la coalizione facente capo al candidato Sindaco, successivamente eletto. L’indagine, in particolare, ha consentito di:

–      individuare l’autore dell’atto intimidatorio;

–      accertare gli interessi della locale criminalità nella gestione dell’area di parcheggio comunale (Particolarmente utilizzata nel periodo estivo dai bagnanti, previa corresponsione del ticket parcheggio), limitrofa alla Riserva Naturale di Torre Guaceto, situata lungo la costa del Comune di Carovigno;

–      appurare che più indagati, tra cui Andrea SAPONARO, esponenti della criminalità locale, in occasione delle suddette elezioni amministrative, si erano resi responsabili dei reati di cui agli artt. 86 e 87 del D.P.R. n. 570 del 16 maggio 1960, in alcuni casi promettendo o consegnando somme di denaro (da 20 a 100 Euro) ai votanti, in altri minacciandoli, affinché esprimessero il loro voto a favore delle liste che sostenevano l’attuale Sindaco.

Contestualmente all’esecuzione della misura cautelare, i militari hanno dato corso presso la Casa Comunale di Carovigno, a un decreto emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, con cui viene ordinata  l’esibizione della documentazione comunale inerente la gestione della predetta area, comprovante i rapporti tra quel Comune e gli indagati.