I Carabinieri del Compagnia di Francavilla Fontana coadiuvati da militari dell’11° Reggimento Carabinieri “Puglia”, sin dalla prima mattinata stanno provvedendo allo sgombero coattivo di un immobile confiscato alla criminalità.

La struttura ubicata in Villa Castelli alla via Torino 27,29 e 31, è stata confiscata con decreto del Tribunale di Brindisi Sezione Misure di Prevenzione, confermato dalla Corte d’Appello di Lecce, II Sezione Penale, definito in Cassazione il 22 aprile del 2015.

La vicenda giudiziaria nasce a seguito di un decreto di sequestro anticipato, in relazione ad attività investigativa ai sensi della normativa antimafia, emesso dal Tribunale di Brindisi nel marzo del 2012, quando era stata applicata la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro e della confisca dei beni nei confronti dei proprietari della struttura. Il provvedimento era stato adottato alla stregua della ritenuta sussistenza del requisito soggettivo della pericolosità sociale, nonché della sproporzione, valutata secondo le risultanze dell’attività investigativa, tra le capacità reddituali del nucleo familiare e i beni riconducibili al nucleo stesso. Gli attuali occupanti, una donna 54enne, figurante quale una degli ex proprietari e il figlio 28enne, sono stati collocati in altra struttura a cura del comune.

A seguito della definitività del provvedimento il bene confiscato è stato devoluto all’Erario dello Stato e gestito dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Nell’ottica delle iniziative mirate al contenimento della spesa pubblica l’Arma dei Carabinieri ha manifestato il preliminare interesse per l’immobile, al fine di soddisfare le esigenze allocative della Stazione di Villa Castelli che è ospitata in una struttura di proprietà privata in regime di locazione passiva, anche se il parere definitivo circa l’eventuale acquisizione è subordinato all’effettuazione di un sopralluogo finalizzato ad accertarne l’idoneità all’uso dello stabile, che potrà essere effettuata allorché l’immobile sarà reso libero. Pertanto lo sgombero odierno costituisce tappa fondamentale, affinché la struttura rientri nell’alveo gestionale degli organi dello Stato. Nella circostanza la struttura confiscata e liberata, da simbolo oscuro di potere si trasformerebbe nella casa della legalità.

Confiscare i beni è il modo migliore per colpire al cuore e anemizzare la mafia e tutte le forme di criminalità, attaccandole e sottraendole i patrimoni per indebolirle economicamente e simbolicamente. Un aspetto importante è quello che i beni oggetto di confisca non possono avere altra funzione se non quella di servizio alla società, devono essere cioè dedicati e restituiti alle comunità alle quali sono stati sottratti con la violenza e l’inganno e divenire servizi, scuole, ambulatori, sedi delle Istituzioni, uffici pubblici, centri per anziani. Il riutilizzo sociale di tali beni confiscati pertanto è uno strumento importante perché coagula più aspetti, da quello sociale e culturale a quello economico a quello giudiziario a quello simbolico. I beni confiscati sono un atto di giustizia e di riscatto per le popolazioni e i territori e costituiscono grande opportunità di lavoro per i giovani.