Un nuovo sequestro di beni del valore complessivo pari a circa 1,3 milioni di euro è stato eseguito a carico dell’ex veggente Paola, già Paolo, Catanzaro, alias Sveva Cardinale, ai domiciliari dallo scorso 6 giugno dopo quattro mesi in carcere, e di suo marito, Francesco Rizzo, attualmente in stato di libertà. Nei confronti dei due, considerati i personaggi di spicco dell’inchiesta “Reservoir dog”, sfociata il 29 gennaio nell’arresto degli stessi per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, i finanzieri del Nucleo di polizia Economico-Finanziaria di Brindisi hanno dato esecuzione ad un provvedimento del Tribunale di Lecce – Ufficio Misure di Prevenzione – emesso ai sensi del Decreto Legislativo nr. 159/2011 (cosiddetto codice Antimafia).

In particolare, gli accertamenti patrimoniali condotti dalle Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura della Repubblica di Brindisi, hanno evidenziato una manifesta “sproporzione” tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto dai due soggetti che hanno consentito di avvalorare la richiesta di sequestro anticipato finalizzato alla successiva confisca.

Sulla base degli accertamenti effettuati dai finanzieri, il tribunale di Lecce ha ritenuto soddisfatti i requisiti necessari per l’applicazione del procedimento di prevenzione a carico dei due soggetti. “L’organo giudicante ha, infatti, constatato – si legge in una nota della guardia di Finnza – alla luce delle evidenze documentali che i due coniugi sono risultati essere persone abitualmente dedite a traffici delittuosi e che, per la condotta ed il tenore di vita sproporzionato rispetto al reddito dichiarato, vivono con i proventi derivanti dalle predette attività illecite”.

Conseguentemente i militari hanno posto i sigilli a otto immobili, di cui uno in Asiago (Vicenza), due autovetture, sei polizze assicurative e sei conti correnti per un valore complessivo di circa 1.300.000 euro, tutti rientranti nella disponibilità degli indagati. Nel dispositivo del provvedimento il tribunale ha altresì disposto che dell’esecuzione del decreto sia dato avviso all’agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

I due coniugi non si presentarono all’udienza preliminare svoltasi lo scorso 21 giugno davanti al gup, nell’ambito della quale il pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Luca Miceli, formulò la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Catanzaro, Rizzo e di tutte le altre persone indagate. L’ex veggente e il marito sono accusati di aver truffato almeno dieci persone, per lo più professionisti, con il “falso progetto delle croci e fantomatiche visioni mistiche”, ottenendo somme e beni immobili per almeno quattro milioni di euro. Lo scorso 28 maggio venne effettuato un altro sequestro di beni, pari a 250mila euro, a carico di Sveva, per redditi non dichiatati e imposte non versate.