Home breaking Bimbo portato dalla madre in Kazakistan, interrogazione di Forza Italia

Bimbo portato dalla madre in Kazakistan, interrogazione di Forza Italia

Mauro D'Attis: «Donna condannata dal Tribunale di Brindisi, con una sentenza del 2017»

«Ho presentato un’interrogazione scritta al Ministro della Giustizia e al Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale in merito alla vicenda del piccolo Adelio, bimbo sottratto dalla madre, nata a Taraz in Kazakistan, dall’attuale residenza a Brindisi e trasferito senza alcuna autorizzazione del padre». Lo annuncia in una nota il deputato di Forza Italia Mauro D’Attis, riferendosi ad una vicenda cominciata nel 2015 quando la donna portò con sé nel suo paese di origine, il Kazakistan, il figlio di tre anni sottraendolo al padre che vive a Brindisi.

«La signora è stata condannata dal Tribunale di Brindisi, con una sentenza del 2017, alla pena di due anni di reclusione e alla sospensione della responsabilità genitoriale – aggiunge D’Attis – In relazione a ciò, lo Stato Italiano ha chiesto l’esecuzione penale della stessa alla Repubblica del Kazakhstan, ad oggi non si conoscono gli esiti di detta istanza. Il padre prova ad avere contatti col figlio e da qualche videochiamata ha riscontrato che il piccolo non gode della dovuta assistenza e del dovuto sostegno. Il 13 dicembre 2017, presso il Dipartimento di Tutela dei minori di Taraz – prosegue D’Attis – si è tenuta la seduta dedicata al caso del piccolo Adelio, incentrata sul diritto di visita ai sensi della Convenzione dell’Aja del 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori, si chiedeva dunque al Dipartimento di riconoscere la possibilità del padre di stare con il figlio e di portarlo con sé in Italia per limitati periodi tempo».

«Il Kazakistan ha aderito alla suddetta Convenzione il 3 giugno 2013. Il Dipartimento di Taraz ha completamente disatteso l’istanza sul diritto di visita ai sensi della Convenzione. L’organo amministrativo ha deciso che il padre Giovanni potrà esercitare il suo diritto di visita soltanto in Kazakistan, alla presenza della madre, ipotesi purtroppo non realizzabile, visto che l’ex coniuge non consente al padre di vedere il bambino. Il padre ha presentato azione innanzi alla Corte minorile per il riconoscimento del diritto di visita. Sulla base di questo – conclude – chiedo di sapere se i Ministri siano a coscienza di questi fatti e quali iniziative intenderanno assumere affinché siano messe in atto le procedure per l’esecuzione della sentenza penale comminata alla madre del piccolo».

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