Dalle macchie della riserva naturale di Torre Guaceto spuntano un Kalashnikov, una doppietta trasformata in lupara e un altro fucile da caccia semiautomatico Beretta. Armi rinvenute casualmente, e segnalate subito ai carabinieri, che le hanno sottoposte a sequestro e rimosse. Tutti i pezzi del piccolo arsenale erano in pessimo stato di conservazione, esposti alle intemperie e non, invece, protette in custodie sia pure di fortuna e da strati di olio o grasso. Considerando la vicinanza al mare, e l’azione della salsedine, l’abbandono dei tre fucili non dovrebbe risalire però a molto tempo fa, ma solo a pochi anni addietro.

Le prime supposizioni non fanno pensare alle armi di un gruppo di rapinatori, bensì a quelle di persone coinvolte nel traffico di marijuana con l’Albania, preposte alla protezione dei carichi sbarcati dai gommoni e alla loro scorta verso “gubbie” situate nell’entroterra. gente costretta ad abbandonare il fucile a canne mozze, il Kalashnikov e il semiautomatico forse perchè sorpresa dall’iruzione delle forze dell’ordine nel luogo di sbarco. Ma non si può escludere, come possibilità secondaria, neppure che queste armi appartengano alla malavita della zona protagonista di azioni criminose come attentati. Tutto è al vaglio dei carabinieri.

Nel dettaglio, i militari intervenuti sul posro, quelli del del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di San Vito dei Normanni, hanno recuperato tra la vegetazione un “Beretta” semiautomatico calibro 12 modello A300 e una doppietta pure del calibro 12 a canne m ozzate, di modello non identificato, e un fucile d’assalto AK–47 “Kalashnikov” in versione Aks (utilizzato dai reparti speciali dei Paesi dell’Est, con canna corta ecalcio pieghevole) con caricatore inserito e 18 cartucce 7,62 tutti con matricola abrasa.