Gli agenti della Squadra Mobile di Brindisi, sezione Criminalità organizzata-catturandi, hanno scoperto un piano di evasione dal carcere di Terni dell’ergastolano Antonio Campana, ritenuto uno dei capi della nuova Sacra Corona Unita.

A quanto pare il boss 39enne mesagnese avrebbe progettato l’evasione dal carcere di Terni pensando ad una villetta nelle campagne di Fasano per trascorrervi la latitanza e per nascondersi.

Il tutto è venuto fuori da alcune intercettazioni ambientali nella sala colloqui del carcere di Terni, dove Campana era recluso per scontare la pena all’ergastolo, per l’omicidio di Massimo Delle Grottaglie, avvenuto nel dicembre del 2001.

Dalle indagini condotte dalla Mobile è venuto fuori che lo zio di Campana, Igino (uno dei parenti autorizzati ai colloqui in carcere con il nipote) arrestato il 15 maggio scorso, sarebbe stato il tramite tra il detenuto e l’esterno.

Secondo quanto accertato dagli uomini della Mobile lo zio di Campana avrebbe acquistato on line i cosiddetti “capelli d’angelo”, ovvero i fili di diamante che sarebbero serviti per tagliare le sbarre, e che sarebbero stati nascosti nel pane da consegnare al detenuto in occasione di un colloquio. Tali fili sono stati rivenuti dalla Mobile il 15 maggio scorso a casa di Igino Campana, nel corso di una perquisizione.

Dai colloqui intercettati in carcere durante le visite è emerso il piano di fuga ed è emerso che Campana desiderava trascorrere il Natale insieme ai parenti e pensava di nascondersi “non a Mesagne” ma “in mezzo a una campagna, Fasano, da quelle parti là”.

A quanto pare la fuga dal carcere era prevista per il mese di giugno. Ma tutto è stato scoperto dalla Mobile di Brindisi.