Conquistò la fiducia di un’anziana del suo paese, approfittando della sua solitudine e riuscendo a sottrarle beni, mobili e immobili, per un valore di quasi mezzo milione di euro. La vicenda – portata alla luce dalla guardia di finanza di Ostuni – è accaduta a Carovigno. Terminata con un doppio sequestro di beni del valore di 435mila euro, rappresenta il terzo capitolo della saga investigativa sulla Rete Servizi, società di smaltimento dei rifiuti, che avrebbe corrotto politici e amministratori.

Nell’ambito della doppia inchiesta condotta da finanzieri e carabinieri, il 23 ottobre sono finiti in carcere gli amministratori della società e alcuni sindaci, mentre il 25 dello stesso mese sono stati sequestrati beni e disponibilità finanziarie alla Rete servizi e a tre società cartiere, a causa di un’evasione fiscale da 2 milioni di euro.

A distanza di poche settimane, arriva una nuova tegola su Clementina Sbano, moglie di Angelo Pecere (titolare di fatto della Rete Servizi insieme a Pasquale Leobilla), 57enne di Carovigno già indagata nell’inchiesta sui rifiuti e ora accusata anche di avere ordito il piano per sottrarre tutti i beni a un’anziana compaesana.

Le due donne erano legate da amicizia decennale e da una frequentazione apparentemente determinata solo da affetto. Ma in realtà la Sbano aveva un fine ben preciso: circuire la signora, approfittando della sua solitudine, e riuscire a sottrarle le proprietà. Un tentativo che era parzialmente avvenuto, considerato che metà dei beni dell’anziana (per un valore di 435mila euro) erano già finiti sui conti della Sbano e da questi su quelli delle sue figlie.

Lì sono arrivati i finanzieri del capitano Gerardo Chiusano, riannodando il filo partito dai conti della vittima. Il primo decreto di sequestro, chiesto e ottenuto dal gip di Brindisi, per mettere al riparo i beni della signora raggirata, del resto, si era fermato a immobili a Carovigno, per un valore di 200mila euro. Nessuna traccia, invece, dei soldi che la donna risultava possedere. All’esito di un’ulteriore attività investigativa, i finanzieri sono arrivati alla Sbano e da lei alle persone che aveva utilizzato per cercare di far sparire ben 235mila euro. Che sono stati poi bloccati mentre la regista occulta dell’operazione è stata indagata per circonvenzione di incapace.