Potrebbero diventare patrimonio dell’Unesco i muretti a secco, simbolo dei paesaggi salentini e della Valle d’Itria e di gran parte del territorio pugliese, realizzati per dividere gli appezzamenti dei terreni. È stata l’Italia a candidare questa millenaria tradizione della viticoltura pugliese, fra i tesori da tutelare nel patrimonio immateriale dell’Unesco.

La decisione arriverà nel 2019. Per ora le candidature sono state votate all’unanimità dalla commissione italiana per l’Unesco e saranno portate a Parigi. L’Italia ha quindi deciso di portare omaggio a una tradizione che unisce la Costiera amalfitana, Pantelleria, le Cinque terre e in Puglia il Salento e la Valle d’Itria.

Dopo i sopralluoghi nelle diverse aree indicate, l’eventuale via libera della commissione Unesco, arriverà soltanto nel 2018. In Puglia quindi potrebbe allungarsi l’elenco dei Patrimoni dell’umanità: al momento spiccano Castel del Monte, diventato patrimonio Unesco nel 1996, insieme con i trulli di Alberobello e con il santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia, inserito nel 2011.